Precisazione

In riferimento all’articolo “Soini e Zomer, la grande sfida” pubblicato sul giornale l’Adige dell’8 marzo, ci preme sottolineare che la difficile e non scontata scelta che ci ha portato a presentare la nostra proposta per il governo di Ala, vuole essere un’alternativa costruttiva al modo di far politica imperniato sulla ricerca della poltrona invece che sulla condivisione di un progetto, che negli scorsi mesi di trattativa nelle sedi di partito abbiamo constatato essere proprio della neonata coalizione di centro sinistra autonomista alense.

Avremmo potuto percorre strade sicuramente più semplici ma, coerentemente con il nostro progetto di rinnovamento della classe dirigente alense, troppo spesso legata a padrini che da Trento decidono le sorti della nostra Città, vogliamo offrire agli elettori una proposta politico-amministrativa che possa rappresentare al meglio le capacità che può offrire il nostro territorio.

Tutto questo in maniera trasparente e onesta, senza il bisogno di parlare dietro le spalle o di rinnegare il percorso comune, per noi complessivamente positivo, compiuto negli ultimi 5 anni.

Ala ha bisogno di un confronto sereno basato sulle diverse visioni che ognuna delle componenti che prenderanno parte alla competizione elettorale del 10 maggio sapranno offrire.

Luca Zomer e La Bussola di Ala

l'Adige 8/03/2015

l’Adige 8/03/2015

Il comunicato riportato dal giornale l’Adige del 10 marzo 2015

l'Adige 10 marzo 2015

l’Adige 10 marzo 2015

Nota di chiarimento

“Piccola” precisazione riguardo all’articolo pubblicato il 19/02 dal giornale “l’Adige”
La Bussola, a differenza di quanto riportato, non ha “posto il veto sulla possibilità di una candidatura espressa dal Pd di Ala”. Come Bussola abbiamo rifiutato l’UNICA candidatura a Sindaco espressa dal Pd di Ala: Paolo Mondini. Questo perché la candidatura di Mondini non rappresenta minimamente quel percorso di rinnovamento politico per Ala avviato nel 2010 assieme al Pd stesso. Cinque anni fa abbiamo deciso di impegnarci per la nostra Comunità consapevoli della nostra mancanza d’esperienza e grazie alla disponibilità di persone come l’attuale Sindaco Peroni abbiamo potuto crescere dal punto di vista politico e amministrativo.
Coerenti con il nostro progetto iniziale (che non cambia!) e con gli impegni presi con gli elettori ci sentiamo in dovere di garantire ad Ala la possibilità di continuare il percorso di rinnovamento della classe dirigente locale.

Il Consiglio cancella la “porta girevole”

Ci siamo, finalmente, la cosiddetta “porta girevole” è stata abrogata.
Questa norma, definendo incompatibile il ruolo di assessore con quello di consigliere, permetteva in caso di nomina ad assessore di un consigliere, l’accesso ai banchi del Consiglio al primo dei non eletti. La durata in carica di questi consiglieri “supplenti” era legata alla durata dell’incarico del consigliere nominato assessore, il titolare del seggio.
“Vittoria della democrazia!” hanno esclamato molti membri del Consiglio Provinciale dopo il voto.
Ed è vero, perché questa norma non solo comportava un aumento del costo della politica di 5 milioni di euro, ma rendeva instabile il quadro istituzionale provinciale, in quanto il consigliere “supplente”, nella sua condizione di “precarietà” non si trovava nelle condizioni di operare in modo imparziale e libero da ogni forma di condizionamento esterno.
“Vittoria della democrazia!” esclamiamo anche noi della Bussola, ma con un po’ di rammarico.
Perché già nel 2009 avevamo provato ad abrogare questa norma insieme a 3417 persone che convinti dalla nostra iniziativa avevano deciso di sottoscrivere la proposta di legge popolare.
Ma in commissione prima, e in Consiglio poi, ci fu risposto che il problema della porta girevole non esisteva, che non capivamo molto di politica e che, per quanto avessero apprezzato il nostro lavoro, non era il caso di modificare questa norma: “il risparmio non sarebbe poi così significativo” ci avevano risposto. Eppure la crisi si avvertiva pure nel 2011, anno in cui la nostra proposta è stata discussa e bocciata.
Ma va bene lo stesso, pazienza se chi ci amministra anziché capire i problemi prima degli altri arriva ad una soluzione con 3 anni di ritardo rispetto a chi di politica “ne capisce poco”.
Pazienza, abrogare questa norma nel 2011 o nel 2012 non cambia nulla ai fini pratici visto che in entrambi i casi è dalla prossima legislatura che si verificherà questo risparmio.
E’ una “Vittoria della democrazia!”, bisogna esserne felici.
Noi della Bussola assieme ai 3417 sottoscrittori lo siamo.

Qui è possibile leggere le tappe del comitato e soprattutto del disegno di legge popolare.

Comitato “La Bussola” – Quando il vento della politica gira dalla parte dei giovani

Più giovani al lavoro con l’apprendistato da Trentino del 6 maggio 2012

Riportiamo qui sotto l’articolo di Jacopo Franchini pubblicato sul giornale “Trentino” riguardante la serata “Giovani e Lavoro” dello scorso 3 maggio.

Più giovani al lavoro con l’apprendistato. Trentino 6 maggio 2012, pag. 27 

ALA Giovani e Lavoro. Una coppia che purtroppo fatica sempre più ad andare a braccetto. Se ne è parlato l’altra sera nell’incontro organizzato ad Ala dal comitato La Bussola. In sala anche l’assessore provinciale all’industria Alessandro Olivi, il presidente dell’Agenzia del Lavoro di Trento e docente universitario Michele Colasanto e l’ingegner Agostino Peroni, dirigente d’azienda e membro della giunta esecutiva di Confindustria con delega al progetto Giovani.La disoccupazione in Italia, si è detto, colpisce un giovane su tre, un dato preoccupante anche se nella nostra provincia la percentuale è inferiore. Un grosso problema è rappresentato dalla frattura tra il mondo scolastico e quello del lavoro. È possibile colmare questo gap? Una possibile ricetta viene dai Paesi nordici, i quali ci insegnano che l’apprendistato è una soluzione efficace per introdurre i giovani nel mondo del lavoro. È proprio sull’apprendistato che puntano la riforma del lavoro provinciale e i progetti proposti dall’Agenzia del Lavoro e dalla Confindustria trentina. Un altro problema irrisolto è quello del ricambio della manodopera: l’innalzamento dell’età pensionistica, deciso dal governo nazionale per rendere sostenibile sul lungo periodo il sistema contributivo, ha infatti “congelato” la creazione di nuovi posti di lavoro. Dato che la prospettiva di vita media si è allungata, si va in pensione più tardi e nei prossimi anni l’età pensionabile verrà ulteriormente ritoccata, al rialzo. L’inevitabile conseguenza è che molti giovani oggi si trovano costretti a starsene a casa o ad essere assunti solo con contratti atipici (solo il 5% dei giovani ha un contratto a tempo indeterminato). Nella ricerca del posto di lavoro, in provincia di Trento sembrano avere più fortuna coloro che sono in possesso di titoli di studio in materie tecniche o economiche. Non solo laurea (ingegneria o economia e commercio, per esempio), ma anche diplomi (ragioneria o geometri, tra i più richiesti). Ma, sottolineano gli esperti, al “candidato” non deve mai mancare una buona dose di creatività, una dote che può portare innovazione nell’azienda, anche nell’organizzazione del lavoro. In sala molte persone arrivate da fuori Ala, gente della Vallagarina incuriosita dall’argomento, che in quest’ultimo periodo sta tenendo banco un po’ ovunque. La serata fa seguito al ciclo “Politicando: affrontare i problemi con la politica” iniziato lo scorso anno con tre incontri di impronta formativa. L’impegno del comitato La Bussola è ora l’organizzazione di un’ulteriore serata sul lavoro, stavolta con relatori giovani. (j.f.) ©RIPRODUZIONE RISERVATA

Giornale Trentino 6 maggio 2012. Clicca per ingrandire e leggere l'articolo

IL PICCOLO MANUEL E IL GIOVANE LORENZO

lettera pubblicata il 3 aprile 2012 sul giornale Trentino – di Manuel Lorenzini (*)

 C’erano una volta, una domenica di metà giugno del 1981 (il 14 per la precisione) due giovani ragazzi: Patrizia e Maurizio. Erano due giovani innamorati e con poche lire in tasca ma con molte belle speranze nel cuore, che, di ritorno da una giornata di tarda primavera trascorsa al lago, volevano andare a passare la serata al Teatro Sociale dove davano “Il Marchese del Grillo”. C’era inoltre, a quel tempo, un altro ragazzo, Lorenzo, sconosciuto ai due. Era anch’egli un giovane di belle speranze, con poche lire in tasca e la passione per la politica nel cuore. Lui non era andato al lago quel giorno, sapeva però come avrebbe passato la serata. Quel giorno infatti il giovane Lorenzo era andato, lui sì, al Sociale a far sentire la sua voce ad un importante congresso della Democrazia cristiana, dove, intervenendo con sicurezza nel dibattito e sbattendo i pugni sul leggio, fra lo stordimento dei più anziani e gli evviva dei suoi giovani amici, come poi riferirono le cronache del tempo, esclamò: “bisogna mettere da parte i capi bastone della DC e dare spazio ai giovani!”.
Patrizia e Maurizio non andarono al Sociale quella sera. Continuarono però a frequentarsi, si sposarono e pochi anni più tardi, nel settembre dell’86, nacque il piccolo Manuel. Lorenzo era già consigliere comunale di Trento e influente capogruppo della DC.
Le notti insonni dei due per i pianti notturni del piccolo Manuel passavano lentamente. Per Lorenzo invece il 1990 arrivò velocemente. Manuel allora frequentava la scuola materna e, tra un disegno e l’altro, di certo non poteva sapere né leggere come il giovane Lorenzo, neanche trentunenne, fosse finito sulle pagine dei giornali nazionali per essere divenuto il più giovane sindaco di una città capoluogo di regione. Manuel intanto cominciava a sillabare senza stufarsi, il giovane Lorenzo a governare il Capoluogo fino a stufarsi.
Patrizia e Maurizio intanto, un po’ meno giovani, dopo aver dato una sorellina al piccolo Manuel, iniziarono a conoscere, innamorandosene, il giovane Lorenzo che, dopo otto anni da sindaco, decise di candidarsi a governatore della Provincia perché ancora fermamente convinto che si dovesse puntare sui giovani, come lui evidentemente. Manuel invece, non più piccolo, frequentava già le superiori.
Il giovane Lorenzo, per la gioia di Patrizia e Maurizio, divenne così Presidente della Provincia. Che anno quel 1998 e poi il 2003 e ancora il 2008! Che anni e che speranze!
Patrizia e Maurizio, non più giovani e con qualche euro in tasca guadagnato a fatica, sono oggi, 2012, ormai prossimi alla pensione. Manuel ha concluso gli studi e ha cominciato a lavorare. Il giovane Lorenzo intanto è stato rieletto tre volte presidente della Provincia e, malgrado i suoi proclami sul lasciare spazio ai giovani, pensa seriamente di candidarsi per un quarto mandato perché, come egli dice, governare la Provincia è la cosa più bella del mondo.
Il piccolo Manuel, che adesso ragiona di suo, si chiede però cosa sia successo in Trentino per arrivare a questa situazione, dove i giovani di oggi non vengono nemmeno considerati e i ruoli “decisionali” continuano ad essere occupati sempre dagli stessi “giovani” dell’81. E non solo in politica. Basti guardare a quello Schelfi nella cui bottega informatica in quel lontano ‘81 (ma tu guarda il caso!) faceva da ragazzo il giovane Lorenzo. Anche lui dopo tre presidenze ha deciso, con sofferenza evidentemente, di candidarsi per la quarta volta.
Trent’anni dunque. Trent’anni! Un terzo di secolo! Stessi nomi, stesse facce, stessi destini. Ma come si è arrivati a questo?
Manuel oggi pensa che ci sia una sorta di concorso di colpa.
In primo luogo la così detta “casta”. Facile a parole a parlare di ricambio, più difficile quando dovesse toccare a chi avendo già dato dovrebbe far posto ad altri. E sai la sofferenza, quella sì, vera!
Poi ci sono tutte le “Patrizie” e i “Maurizi” del Trentino. La loro generazione ha paura del cambiamento, paura di lasciare la strada vecchia per la nuova, perché in fondo “magari chi c’è già non sarà il massimo, ma almeno così so di che mal morire…”.Infine, coloro che forse hanno più colpe: i giovani stessi. La loro rassegnazione fa quasi spavento. Sono talmente delusi dalla politica e dalle sue cattive pratiche fino ad aver paura che se dei loro coetanei decidono di parteciparvi attivamente, non potendo essi cambiare lo stato delle cose quasi fosse una sorta di missione impossibile, verrebbero cambiati loro stessi.
E se un giovane volesse iniziare una pur minima attività politica, da alcuni viene visto come un fatto positivo, ma da molti, troppi, viene considerato una sorta di “male futuro”, con quella diffidenza preventiva che porta a pensare che un “giovane politico” non sia altro che un “vecchio politico” che ci si ritroverà fra i piedi tra qualche anno senza arte né parte. Dimenticando forse la cosa più importante: che cioè non può essere la politica a cambiare le persone, ma devono essere le persone a cambiare la politica. Perché altrimenti la strada rimane spianata solo e sempre per gli stessi. E invece la politica e la sua pratica possono essere diverse. Sono le persone attaccate alle poltrone e al potere che esse rappresentano che non lo rendono possibile.
E allora quanti sono oggi i piccoli Manuel nati quando il giovane Dellai montava già in cattedra al Teatro Sociale? E perché appollaiati sul suo ramo stanno solo ad osservare il “giovane”(ancora?)Lorenzo divenuto anch’egli, a cavallo di due secoli, capo bastone fra capi bastone, invece di proporsi essi stessi per il governo della loro terra per i prossimi… trent’anni? C’è fra loro un piccolo Manuel che possa dire con forza, in una tiepida sera d’inizio primavera: “fuori i capi bastone dai principali posti di governo provinciali?”
Se c’è batta un colpo e chiami a raccolta, chissà magari Patrizia e Maurizio potranno ancora una volta innamorarsene!

 (*)del Comitato La Bussola di Ala

Giovani e Politica. Intervista a Omar Grigoli

Di seguito riportiamo l’intervista a Omar Grigoli, fondatore del comitato la Bussola e consigliere comunale ad Ala, realizzata da Marta Romagnoli, giornalista del Corriere del Trentino e pubblicata martedì 3 gennaio 2012. Insieme all’intervento di Omar nell’articolo è presente anche l’intervengo di Alessio Migazzi, ventinovenne Presidente della Comunità della val di Sole. In questi giorni il Corriere del Trentino sta dando spazio a giovani trentini impegnati in politica.

3/01/2012 intervento di Omar Grigoli al Corriere del Trentino

3/01/2012 intervento di Omar Grigoli al Corriere del Trentino

Le risposte di Omar:

1) Le chiedo di aiutarmi innanzitutto a ricostruire la sua storia personale (lavoro, eventuali hobbies, mi conferma di essere nato nel 1979?) e il suo percorso politico (quando e come si è accostato alla vita politica, come ha deciso di candidarsi per il Comune di Ala, quale il suo contributo per La Bussola).

1) Mi chiamo Omar Grigoli e sono nato nel 1979, sono sposato e papa di una bimba, faccio l’imprenditore-commerciante. Mi sono avvicinato alla politica già nelle elezioni di qualche anno fa seguendo degli amici e i consigli di alcune persone che facevano parte di un partito. Dopo la prima esperienza andata male, si è creato un gruppo di persone con le quali abbiamo cambiato modo di avvicinarci alla politica cercando di aggregare dei giovani che avessero deli ideali comuni. Abbiamo così fondato il comitato la Bussola ossia un comitato senza colore politico che è composto in particolar modo da giovani. La mia candidatura alle ultime elezioni è arrivata di conseguenza a questo percorso.

2) Cosa significa per lei fare politica? E perché i giovani tendono a rimanere distanti da questo mondo? Questa situazione è in qualche modo legata alla ventennale crisi dei partiti?

Il nostro comitato ha iniziato la sua attività politica attraverso una raccolta firme per modificare una legge provinciale: attraverso questo percorso abbiamo potuto stare tra la gente e capire quanto sia distante la politica dalle persone e viceversa. Credo che il maggior compito di un politico oggi sia proprio quello di avvicinare le persone alla politica anche perché ritengo che sia una delle più elevate forme di volontariato che esistano.

Per quanto riguarda il rapporto tra i giovani e la politica ritengo che i nostri rappresentanti politici degli ultimi anni abbiamo fatto molto per aumentare questo divario che oggi esiste ma dall’altra parte noi giovani abbiamo fatto poco per colmarlo: ci siamo accomodati in poltrona e abbiamo guardato gli spettacoli alla televisione e non abbiamo fatto niente per ottenere il posto che giustamente ci spetta.

Non è solo questione di crisi di partiti ma soprattutto crisi di valori delle persone. La crisi dei partiti ne è una conseguenza.

 

3) Come si può fare per sovvertire la tendenza e favorire il ricambio e l’avvento di nuove menti/idee?

Non mi faccio illusioni: secondo me il cambiamento sarà un cammino lungo che si otterrà solo con il ricambio generazionale. Di sicuro la crisi economica odierna darà una spinta ulteriore al rinnovamento: i giovani, forse più di qualche anno fa, oggi sanno che se vogliono emergere devono impegnarsi e dimostrare quel che valgono.

 

4) Quali crede siano i motivi che portano il 54% dei ragazzi trentini sotto i 34 anni (la statistica è della Provincia) a vivere ancora a casa con i genitori? Come si può intervenire per cambiare la tendenza? Quali strumenti servono ai giovani?

Dividerei la responsabilità su tre versanti: la società civile, la famiglia e i giovani stessi.

Se da un lato siamo in piena crisi economica e quindi ritengo che questo possa aver aumentato questa tendenza dall’altro laro di sicuro come ho già detto i giovani si sono sempre più accomodati a casa piuttosto che impegnarsi seriamente: io sono sposato e ho una bimba di due anni. Sono contento della mia scelta ma ritengo che non sia una scelta facile ne poco impegnativa.

Non voglio però escludere dalle responsabilità le famiglie: mia madre mi ha sempre detto che mi avrebbe mantenuto fino ad una certa età ma poi mi avrebbe cacciato di casa. Non so se l’avrebbe fatto veramente ma penso che sia necessario avere il coraggio di farlo per il bene dei propri figli: devono imparare a farsi una vita da soli.

 

5) E il Trentino? Siamo alle soglie dell’avvicendamento obbligato ai vertici di Piazza Dante del 2013. Come crede andranno le cose? Come dovrebbero andare? Cosa serve alla nostra terra in questo senso?

Qui si tocca un argomento tabù: il cosiddetto “dopo Dellai”. Come gruppo crediamo che l’opinione pubblica ed i partiti dovrebbero concentrarsi non sul “chi” dopo Dellai, ma sul “come” dopo Dellai.

Lorenzo Dellai rappresenta una generazione che negli anni ’90 ha rivoluzionato il modo di fare politica in Trentino, con cose positive e con cose negative. Fino ad oggi la nostra terra si è affidata a un leader carismatico e capace, però per il futuro crediamo che serva maggiore partecipazione dei cittadini alle decisioni politiche: questo lo può fare una nuova classe dirigente. Non parliamo di un radicale cambiamento ma di un percorso graduale dove una nuova classe dirigente, accompagnata da chi ha i “capelli bianchi” e più esperienza, possa avviare un percorso di rinnovamento di ideee di proposte per la nostra terra.

 

6) Il rapporto del Trentino con l’Italia in questo momento com’è? La manovra del governo Monti toccherà anche le casse della nostra autonomia: è giusto che ognuno contribuisca ai sacrifici o no? Come giudica la manovra?

“In questo momento di difficoltà politica ed economica tutti siamo chiamati a sacrifici”; da mesi concetti simili ce li sentiamo ripetere in continuazione. Questa situazione è frutto di un modo di vivere troppo dispendioso e governato da regole sbagliate. E’ necessario che tutti i governanti del pianeta si siedano ad un tavolo e decidano dei nuovi parametri di sviluppo. La crescita continua e il calcolo del Pil come parametro sembra aver fallito. La manovra del governo Monti ha l’obbiettivo di evitare che l’Italia fallisca in attesa che si trovino soluzione a livello globale: è giusto che anche il Trentino, nel rispetto dei principi di autonomia, contribuisca ad evitare questo fallimento.

Politicando: un’opportunità per crescere.

di Manuel Lorenzini

“Bastava poco per stare bene con te, bastava averti con me”. Questo è quello che cantava un cantante innamorato qualche anno fa e ascoltando il ritornello di quella canzone non si può non trovare una similitudine con la politica di oggi. In un momento in cui a  regnare è un sentimento comune di “anti-politica” forse alle persone serve davvero che la politica torni a stare tra la gente.

Ed è anche per questo che il Comitato la Bussola, col contributo del “Piano Giovani dei 4 vicariati”, ha messo in piedi un ciclo di 3 serate dal titolo: “Politicando: affrontando i problemi con la politica”.
Nei tre incontri si è parlato di senso della politica nella prima serata, di autonomia e federalismo nella seconda e di immigrazione nell’ultima.
Nella prima serata, dal titolo “Politica. Essenza e futuro”, l’ex Presidente della Provincia e della Regione Flavio Mengoni e il Consigliere Provinciale Mattia Civico hanno dapprima messo a confronto le loro esperienze, rispettivamente da politico “navigato” e da politico alla prima esperienza come Consigliere Provinciale, per poi passare al tema della partecipazione dei cittadini alla vita politica.
Nel secondo incontro, con il dott. Gianfranco Postal, componente del Comitato Legislativo della  Provincia Autonoma di Trento e autore del libro “La sfida del federalismo fiscale e le ripercussioni sulla PAT”, con il sindaco di Vallarsa Geremia Gios e con il sindaco di Brentino-Belluno Virgilio Asileppi, si è parlato non solo di come si è arrivati all’autonomia e di come può cambiare la situazione dal punto di vista finanziario con la riforma sul federalismo fiscale, ma anche dell’importanza socio-culturale che dà l’Autonomia alle nostre terre.
Infine nell’ultima serata, intitolata “Un popolo di migranti affronta l’immigrazione”, Michela Tomasi, laureata nel novembre 2010 in Società, Territorio e Ambiente con una tesi sulla situazione degli stranieri nei comuni di Ala e Mori, ha fatto una fotografia della situazione immigrati ad Ala, poi Laura Fraceschini, ragazza alense laureata in psicologia e esperta di mediazione civica, ci ha parlato proprio di un di un progetto di mediazione civica dal titolo “Dal conflitto alla mediazione di quartiere: la mediazione civica” svolto nel comune di Arzignano, in provincia di Vicenza, e infine Daniel Oros Sorin, cittadino rumeno dal 2000 in Italia e residente ad Ala da 8 anni, ci ha raccontato la sua esperienza.

Noi della bussola ci teniamo a ringraziare tutti i relatori che con la loro disponibilità hanno reso questi tre incontri non solo possibili, ma sopratutto interessanti, piacevoli e formativi.

Ci preme ringraziare inoltre tutte le persone che sono venute ad assistere a queste serate: sono la prova che la voglia di parlare di polita è presente e che, come è emerso dalla prima serata, una cittadinanza che partecipa alla vita politica della propria città non può che essere una ricchezza per la comunità stessa (per chi non fosse riuscito a venire a breve sul sito www.comitatolabussola.it saranno caricati i video delle serate). In fondo, citando un antico detto cinese che dice “la goccia del fiume non sta a chiedersi se la sua esistenza possa essere importante o meno per quel fiume, perché essa è il fiume”, si può dire che “il singolo cittadino non deve chiedersi se la sua esistenza possa essere importante o meno per la sua comunità, perché esso è la comunità”.

pol grazie

Trentenni e ventenni: noi proviamo ad esserci.

Lettera inviata da Corrado Pinter a nome del comitato “La Bussola” al giornale “Trentino”, in seguito al dibattito sul tema “Trentenni trentini dove siete finiti?” e pubblicata venerdì 14 ottobre. In questa pagina è possibile leggere i precedenti articoli sul medesimo tema.

Trentenni e ventenni: noi proviamo ad esserci.

Cogliamo al volo l’opportunità dataci dal dibattito iniziato dopo l’articolo/provocazione “Trentenni trentini dove siete finiti?” di Piorgiorgio Cattaniapparso sul vostro quotidiano per esprimere alcune nostre opinioni.

Vogliamo portare il nostro contributo alla discussione come membri del comitato “La Bussola”, un comitato di giovani provenienti prevalentemente dal comune di Ala, nato alla fine del 2008 che ha proposto in primis una legge d’iniziativa popolare per modificare l’attuale legge elettorale provinciale (porta girevole), proseguendo poi con ulteriori iniziative di carattere politico sul nostro territorio. Ulteriori informazioni si possono trovare sul nostro sito www.comitatolabussola.it.

A far parte del comitato, formatosi grazie a comuni esperienze di volontariato e ad una rete di semplici conoscenze, siamo circa una ventina di ragazzi e ragazze tra i 20 e i 35 anni che sentono che per provare a cambiare le cose è necessario un impegno costante.

Attraverso il nostro impegno diretto, motivato da una mancanza di spazi nei quali potessimo esprimerci a pieno e volto a “imparare rendendoci utili”, stiamo riuscendo a concretizzare le nostre idee e le nostre proposte per il territorio in cui viviamo. Anche grazie alla credibilità che abbiamo ottenuto come gruppo di “giovani impegnati”, nella primavera del 2010 quattro membri del comitato (tre trentenni ed un ventenne) sono stati eletti nel Consiglio comunale di Ala tra le file della lista civica “La Bussola di Ala”. Due di loro ricoprono la carica di assessore.

Impegnarsi in prima persona, “metterci la faccia”, non è mai facile e non è facile tantomeno a venti o trent’anni, numerose sono le critiche ricevute, vuoi per la nostra inesperienza o vuoi per le idee di rinnovamento che proponiamo. Importanti sono stati il sostegno e l’aiuto ricevuti da chi, con più esperienza di noi, ha deciso di credere in noi supportandoci nel nostro percorso. Un percorso che non può avere la presunzione di essere un modello o un punto di arrivo perché, come tutte le “avventure politiche” o di impegno sociale necessita di una continua apertura alle esperienze esterne in modo da poter continuare a crescere.

Come scrive Cattani, crediamo che la strada da intraprendere non sia quella di costituire una “lobby” che curi gli interessi dei trentenni o più in generale dei giovani, ma riuscire a farci accompagnare da chi ha i “capelli bianchi” e più esperienza, in un percorso di rinnovamento di idee, prima di tutto, e di proposte per la nostra terra. Condividiamo un passaggio di Francesco Volani pubblicato domenica scorsa, il quale si dice “preoccupato di vedere giovani che più che essere accompagnati da chi ha più esperienza sono relegati al ruolo di accompagnatori”, di badanti potremmo azzardare, senza poter veramente contare e provare a dare il proprio contributo.

In questi pochi anni di attività abbiamo conosciuto altri giovani trentini impegnati in politica e nella società civile, arrivati, chi con percorsi analoghi al nostro e chi in modo diverso, quello che manca però è un “contenitore” che riesca a far incontrare i giovani trentini impegnati e a farli discutere. Oggi il rischio di esperienze di gruppi come il nostro o di giovani impegnati è quello di sentirsi abbandonati a se stessi senza un collegamento con “quello che c’era prima”, perdendo di vista i problemi più generali.

Non crediamo che la nostra generazione sia fatta per la maggior parte di inetti e pigri, come scrive sul “Trentino” Anna Larentis, ma siamo d’accordo quando si dice che dobbiamo imparare, come ventenni e trentenni, ad assumerci le nostre responsabilità e a rischiare iniziando a prenderci i nostri spazi.

I ventenni ed i trentenni trentini che si impegnano e provano a dare il proprio contributo ci sono anzi, ci siamo! Probabilmente non siamo in grado di farci ascoltare o ad essere credibili nelle nostre proposte per affrontare i problemi del vivere quotidiano. Sta sicuramente a noi alzare la nostra voce portando le nostre idee, ma sta anche a chi oggi amministra ascoltarci e aprirsi ad un dibattito.

Corrado Pinter a nome del comitato “La Bussola”

giornale "Trentino" venerdì 14 ottobre 2011 - pagine 1 e 48

Portagirevole: il comitato dopo l’intervento di Margherita Cogo

Lunedì 11 luglio il consigliere provinciale Margherita  Cogo, in un intervista al quotidiano l’Adige dichiarava: “Rinunciamo alla porta girevole. Io proposi e votai quella norma in quanto pensavo alla difesa del legislativo nei confronti dell’esecutivo“.

l'Adige 11 luglio 2011: l'intervista a Margherita Cogo

l'Adige 11 luglio 2011: l'intervista a Margherita Cogo. Clicca per ingrandire e leggerle l'intervista

 La scorsa primavera durante la discussione del nostro disegno di legge popolare, che prevedeva tra l’altro l’abolizione della porta girevole, Cogo è stata sempre contraria alla nostra proposta difendendo la legge attuale  in ogni modo.Tra l’altro la relazione di maggioranza redatta dalla commissione competente, che si esprime in maniera contraria al disegno di legge, porta la firma di Margherita Cogo!

In seguito riportiamo una lettera di Manuel Lorenzini, pubblicata dal giornale l’Adige, che a nome del Comitato si chiede quali circostanze abbiano fatto cambiare idea alla consigliera Cogo.

 

di Manuel Lorenzini – Comitato la Bussola

Sono uno dei giovani del Comitato «La Bussola» che nella primavera-estate del 2009 aveva promosso una raccolta firme necessaria per presentare una proposta di disegno legge provinciale volto a limitare a due mandati consecutivi la carica di Consigliere provinciale e ad abrogare inoltre la norma cosiddetta della «porta girevole», risparmiando 7 milioni di euro a legislatura. L’istituto della «porta girevole» prevede infatti la nomina di un ulteriore consigliere che subentra al collega divenuto Assessore. Abrogandola si sarebbe ridotto di oltre 7 milioni di euro a legislatura il costo della politica. Abbiamo raccolto ben 3417 firme (anche se per presentare la proposta di legge ne sarebbero bastate 2500), ma la prima Commissione permanente all’inizio, e il Consiglio provinciale poi, hanno bocciato il nostro disegno di legge di iniziativa popolare, calpestando e sbattendo la porta (girevole quanto basta) in faccia alle oltre 3400 firme di cittadini. A questi è stato detto in sintesi: «State sollevando un problema che non esiste». L’ 11 luglio compare sull’Adige un’intervista alla consigliera provinciale, e membro effettivo della prima Commissione permanente, Margherita Cogo che, discettando della riduzione dei costi della politica, ha dichiarato papale papale come sarebbe stato utile eliminare la cosiddetta porta girevole. E qui inizio a non capire. O meglio, noi tutti non capiamo. In fin dei conti fu la stessa Cogo ad essere tra i consiglieri più contrari alla nostra proposta di legge. Non a caso, poi, fu lei a redigere la relazione di maggioranza dove, riguardo al blocco della «porta girevole», la consigliera così affermava, e cito testualmente: «In risposta a quanto affermato sulla riduzione dei costi […] il risparmio che deriverebbe dall’abrogazione dal discusso passaggio della legge elettorale provinciale non sarebbe poi dirimente». Ovviamente poi in Consiglio provinciale la consigliera, chiamata a decidere, si espresse con voto contrario. Sia chiaro, non è mai troppo tardi per convertirsi e per cambiare idea, soprattutto su un tema come questo. E sono più che felice che la signora Cogo si sia finalmente convinta, come noi del Comitato «La Bussola», che un risparmio di oltre 7 milioni di euro a legislatura è comunque un buon primo passo per contenere i costi della politica e dare soprattutto un buon primo esempio. Solo non capisco, ancora, quale buon consiglio abbia convinto la nostra Consigliera in questi pochi mesi a cambiare idea, a passare dal non considerare neanche una proposta di legge firmata da oltre 3400 persone al proporne non una simile, ma addirittura… uguale! In fin dei conti, se quando è stata discussa la nostra proposta di legge in prima Commissione, si badi solo lo scorso 8 febbraio, avessimo potuto prevedere una siffatta fulminante «conversione», sicuramente avremmo insistito per poter contare su un sostegno in più. E qual sostegno! Ma tant’è. Cogo non c’era. Oggi c’è. Riuscirà ad ottenere da sola quel che noi assieme a 3417 sostenitori, anche con il suo no, non siamo riusciti ad ottenere? Non è mai troppo tardi.

Manuel Lorenzini –  Comitato la Bussola

l'Adige 19 luglio 2011: la seconda parte della lettera di Manuel

l'Adige 19 luglio 2011: la seconda parte della lettera di Manuel

l'Adige 19 luglio 2011: la prima parte della lettera di Manuel

l'Adige 19 luglio 2011: la prima parte della lettera di Manuel