Staffetta in Consiglio Comunale

Lo scorso martedì 29 ottobre è entrato a far parte del Consiglio comunale di Ala Manuel Lorenzini.

Lorenzini subentra ad Omar Grigoli, capogruppo della Bussola di Ala per la prima parte di consigliatura, dopo le dimissioni annunciate nel corso della seduta Consiglio dell’8 ottobre.

da sinistra i consiglieri Silvano Marchiori e Manuel Lorenzini

da sinistra i consiglieri Silvano Marchiori e Manuel Lorenzini

Ad Omar, che motivando le sue dimissioni presentate per circostanze famigliari e lavorative ha invitato il Consiglio Comunale ad “aprirsi alla gente per cercare un dialogo costruttivo all’interno delle istituzioni”, va il nostro ringraziamento per l’impegno di questi anni e un augurio per il futuro.

A Manuel, che nella sua presentazione al Consiglio ha rimarcato il “forte senso di responsabilità che sente nei confronti dei concittadini alensi”, va invece l’augurio di buon lavoro e la piena fiducia della Bussola.

Nel corso della seduta del 29 ottobre è stato approvato, dopo anni di discussioni, il Programma pluriennale di attuazione delle aree estrattive, il cosiddetto “Piano Cave”. Questo è solo uno degli ultimi obbiettivi portati a termine dall’amministrazione comunale di Ala. A seguito delle elezioni comunali del 2010, che permisero l’ingresso nelle istituzioni di quattro rappresentanti della Bussola, si iniziano a vedere i frutti del lavoro silente dei nostri amministratori.

Concludiamo queste brevi righe ringraziando Omar Grigoli per il lavoro svolto, e augurando buon lavoro ai rappresentanti della Bussola: i consiglieri Manuel Lorenzini e  Silvano Marchiori (neo capogruppo consigliare) e gli assessori Luca Zomer ed Andrea Fracchetti.

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La notizia pubblicata sul giornale Trentino
La notizia pubblicata sul sito La Voce del Trentino
La notizia pubblicata sul giornale l’Adige

IL PICCOLO MANUEL E IL GIOVANE LORENZO

lettera pubblicata il 3 aprile 2012 sul giornale Trentino – di Manuel Lorenzini (*)

 C’erano una volta, una domenica di metà giugno del 1981 (il 14 per la precisione) due giovani ragazzi: Patrizia e Maurizio. Erano due giovani innamorati e con poche lire in tasca ma con molte belle speranze nel cuore, che, di ritorno da una giornata di tarda primavera trascorsa al lago, volevano andare a passare la serata al Teatro Sociale dove davano “Il Marchese del Grillo”. C’era inoltre, a quel tempo, un altro ragazzo, Lorenzo, sconosciuto ai due. Era anch’egli un giovane di belle speranze, con poche lire in tasca e la passione per la politica nel cuore. Lui non era andato al lago quel giorno, sapeva però come avrebbe passato la serata. Quel giorno infatti il giovane Lorenzo era andato, lui sì, al Sociale a far sentire la sua voce ad un importante congresso della Democrazia cristiana, dove, intervenendo con sicurezza nel dibattito e sbattendo i pugni sul leggio, fra lo stordimento dei più anziani e gli evviva dei suoi giovani amici, come poi riferirono le cronache del tempo, esclamò: “bisogna mettere da parte i capi bastone della DC e dare spazio ai giovani!”.
Patrizia e Maurizio non andarono al Sociale quella sera. Continuarono però a frequentarsi, si sposarono e pochi anni più tardi, nel settembre dell’86, nacque il piccolo Manuel. Lorenzo era già consigliere comunale di Trento e influente capogruppo della DC.
Le notti insonni dei due per i pianti notturni del piccolo Manuel passavano lentamente. Per Lorenzo invece il 1990 arrivò velocemente. Manuel allora frequentava la scuola materna e, tra un disegno e l’altro, di certo non poteva sapere né leggere come il giovane Lorenzo, neanche trentunenne, fosse finito sulle pagine dei giornali nazionali per essere divenuto il più giovane sindaco di una città capoluogo di regione. Manuel intanto cominciava a sillabare senza stufarsi, il giovane Lorenzo a governare il Capoluogo fino a stufarsi.
Patrizia e Maurizio intanto, un po’ meno giovani, dopo aver dato una sorellina al piccolo Manuel, iniziarono a conoscere, innamorandosene, il giovane Lorenzo che, dopo otto anni da sindaco, decise di candidarsi a governatore della Provincia perché ancora fermamente convinto che si dovesse puntare sui giovani, come lui evidentemente. Manuel invece, non più piccolo, frequentava già le superiori.
Il giovane Lorenzo, per la gioia di Patrizia e Maurizio, divenne così Presidente della Provincia. Che anno quel 1998 e poi il 2003 e ancora il 2008! Che anni e che speranze!
Patrizia e Maurizio, non più giovani e con qualche euro in tasca guadagnato a fatica, sono oggi, 2012, ormai prossimi alla pensione. Manuel ha concluso gli studi e ha cominciato a lavorare. Il giovane Lorenzo intanto è stato rieletto tre volte presidente della Provincia e, malgrado i suoi proclami sul lasciare spazio ai giovani, pensa seriamente di candidarsi per un quarto mandato perché, come egli dice, governare la Provincia è la cosa più bella del mondo.
Il piccolo Manuel, che adesso ragiona di suo, si chiede però cosa sia successo in Trentino per arrivare a questa situazione, dove i giovani di oggi non vengono nemmeno considerati e i ruoli “decisionali” continuano ad essere occupati sempre dagli stessi “giovani” dell’81. E non solo in politica. Basti guardare a quello Schelfi nella cui bottega informatica in quel lontano ‘81 (ma tu guarda il caso!) faceva da ragazzo il giovane Lorenzo. Anche lui dopo tre presidenze ha deciso, con sofferenza evidentemente, di candidarsi per la quarta volta.
Trent’anni dunque. Trent’anni! Un terzo di secolo! Stessi nomi, stesse facce, stessi destini. Ma come si è arrivati a questo?
Manuel oggi pensa che ci sia una sorta di concorso di colpa.
In primo luogo la così detta “casta”. Facile a parole a parlare di ricambio, più difficile quando dovesse toccare a chi avendo già dato dovrebbe far posto ad altri. E sai la sofferenza, quella sì, vera!
Poi ci sono tutte le “Patrizie” e i “Maurizi” del Trentino. La loro generazione ha paura del cambiamento, paura di lasciare la strada vecchia per la nuova, perché in fondo “magari chi c’è già non sarà il massimo, ma almeno così so di che mal morire…”.Infine, coloro che forse hanno più colpe: i giovani stessi. La loro rassegnazione fa quasi spavento. Sono talmente delusi dalla politica e dalle sue cattive pratiche fino ad aver paura che se dei loro coetanei decidono di parteciparvi attivamente, non potendo essi cambiare lo stato delle cose quasi fosse una sorta di missione impossibile, verrebbero cambiati loro stessi.
E se un giovane volesse iniziare una pur minima attività politica, da alcuni viene visto come un fatto positivo, ma da molti, troppi, viene considerato una sorta di “male futuro”, con quella diffidenza preventiva che porta a pensare che un “giovane politico” non sia altro che un “vecchio politico” che ci si ritroverà fra i piedi tra qualche anno senza arte né parte. Dimenticando forse la cosa più importante: che cioè non può essere la politica a cambiare le persone, ma devono essere le persone a cambiare la politica. Perché altrimenti la strada rimane spianata solo e sempre per gli stessi. E invece la politica e la sua pratica possono essere diverse. Sono le persone attaccate alle poltrone e al potere che esse rappresentano che non lo rendono possibile.
E allora quanti sono oggi i piccoli Manuel nati quando il giovane Dellai montava già in cattedra al Teatro Sociale? E perché appollaiati sul suo ramo stanno solo ad osservare il “giovane”(ancora?)Lorenzo divenuto anch’egli, a cavallo di due secoli, capo bastone fra capi bastone, invece di proporsi essi stessi per il governo della loro terra per i prossimi… trent’anni? C’è fra loro un piccolo Manuel che possa dire con forza, in una tiepida sera d’inizio primavera: “fuori i capi bastone dai principali posti di governo provinciali?”
Se c’è batta un colpo e chiami a raccolta, chissà magari Patrizia e Maurizio potranno ancora una volta innamorarsene!

 (*)del Comitato La Bussola di Ala

Portagirevole: il comitato dopo l’intervento di Margherita Cogo

Lunedì 11 luglio il consigliere provinciale Margherita  Cogo, in un intervista al quotidiano l’Adige dichiarava: “Rinunciamo alla porta girevole. Io proposi e votai quella norma in quanto pensavo alla difesa del legislativo nei confronti dell’esecutivo“.

l'Adige 11 luglio 2011: l'intervista a Margherita Cogo

l'Adige 11 luglio 2011: l'intervista a Margherita Cogo. Clicca per ingrandire e leggerle l'intervista

 La scorsa primavera durante la discussione del nostro disegno di legge popolare, che prevedeva tra l’altro l’abolizione della porta girevole, Cogo è stata sempre contraria alla nostra proposta difendendo la legge attuale  in ogni modo.Tra l’altro la relazione di maggioranza redatta dalla commissione competente, che si esprime in maniera contraria al disegno di legge, porta la firma di Margherita Cogo!

In seguito riportiamo una lettera di Manuel Lorenzini, pubblicata dal giornale l’Adige, che a nome del Comitato si chiede quali circostanze abbiano fatto cambiare idea alla consigliera Cogo.

 

di Manuel Lorenzini – Comitato la Bussola

Sono uno dei giovani del Comitato «La Bussola» che nella primavera-estate del 2009 aveva promosso una raccolta firme necessaria per presentare una proposta di disegno legge provinciale volto a limitare a due mandati consecutivi la carica di Consigliere provinciale e ad abrogare inoltre la norma cosiddetta della «porta girevole», risparmiando 7 milioni di euro a legislatura. L’istituto della «porta girevole» prevede infatti la nomina di un ulteriore consigliere che subentra al collega divenuto Assessore. Abrogandola si sarebbe ridotto di oltre 7 milioni di euro a legislatura il costo della politica. Abbiamo raccolto ben 3417 firme (anche se per presentare la proposta di legge ne sarebbero bastate 2500), ma la prima Commissione permanente all’inizio, e il Consiglio provinciale poi, hanno bocciato il nostro disegno di legge di iniziativa popolare, calpestando e sbattendo la porta (girevole quanto basta) in faccia alle oltre 3400 firme di cittadini. A questi è stato detto in sintesi: «State sollevando un problema che non esiste». L’ 11 luglio compare sull’Adige un’intervista alla consigliera provinciale, e membro effettivo della prima Commissione permanente, Margherita Cogo che, discettando della riduzione dei costi della politica, ha dichiarato papale papale come sarebbe stato utile eliminare la cosiddetta porta girevole. E qui inizio a non capire. O meglio, noi tutti non capiamo. In fin dei conti fu la stessa Cogo ad essere tra i consiglieri più contrari alla nostra proposta di legge. Non a caso, poi, fu lei a redigere la relazione di maggioranza dove, riguardo al blocco della «porta girevole», la consigliera così affermava, e cito testualmente: «In risposta a quanto affermato sulla riduzione dei costi […] il risparmio che deriverebbe dall’abrogazione dal discusso passaggio della legge elettorale provinciale non sarebbe poi dirimente». Ovviamente poi in Consiglio provinciale la consigliera, chiamata a decidere, si espresse con voto contrario. Sia chiaro, non è mai troppo tardi per convertirsi e per cambiare idea, soprattutto su un tema come questo. E sono più che felice che la signora Cogo si sia finalmente convinta, come noi del Comitato «La Bussola», che un risparmio di oltre 7 milioni di euro a legislatura è comunque un buon primo passo per contenere i costi della politica e dare soprattutto un buon primo esempio. Solo non capisco, ancora, quale buon consiglio abbia convinto la nostra Consigliera in questi pochi mesi a cambiare idea, a passare dal non considerare neanche una proposta di legge firmata da oltre 3400 persone al proporne non una simile, ma addirittura… uguale! In fin dei conti, se quando è stata discussa la nostra proposta di legge in prima Commissione, si badi solo lo scorso 8 febbraio, avessimo potuto prevedere una siffatta fulminante «conversione», sicuramente avremmo insistito per poter contare su un sostegno in più. E qual sostegno! Ma tant’è. Cogo non c’era. Oggi c’è. Riuscirà ad ottenere da sola quel che noi assieme a 3417 sostenitori, anche con il suo no, non siamo riusciti ad ottenere? Non è mai troppo tardi.

Manuel Lorenzini –  Comitato la Bussola

l'Adige 19 luglio 2011: la seconda parte della lettera di Manuel

l'Adige 19 luglio 2011: la seconda parte della lettera di Manuel

l'Adige 19 luglio 2011: la prima parte della lettera di Manuel

l'Adige 19 luglio 2011: la prima parte della lettera di Manuel