Primo maggio: Giovani, brillanti e…disoccupati?

Riportiamo in seguito un articolo tratto dal sito del Parlamento europeo sulla disoccupazione giovanile in Europa. Oggi primo maggio festa del lavoro ci sembra giusto fare una riflessione sulla disoccupazione giovanile.

Nella speranza di un periodo migliore e nella consapevolezza che solo attraverso l’impegno e la determinazione nell’affrontare le sfide dell’oggi si possa migliorare questa nostra terra auguriamo un buon primo maggio a tutti.

Il peggio mestiere è quello di non averne alcuno (C. Cantù)

Articolo tratto dal sito europarl.europa.eu

È bello essere giovani, non ci sono dubbi … l’interail in Europa, tanto per nominare una delle iniziative più popolari, è stato a lungo il simbolo della spensieratezza di un’età. Ma essere giovani può essere molto difficile oggi se si è alla ricerca di un lavoro. Con l’iniziativa “Youth on the move” l’UE sta cercando di migliorare le possibilità occupazionali per i ragazzi di tutta l’Unione. Diamo insieme un’occhiata al progetto che conta ben 28 azioni.

Un europeo su cinque è giovane, per un totale di 100 milioni di persone. La disoccupazione raggiunge il 20% negli under 25 e la metà degli occupati ha un contratto a tempo determinato. Le statistiche dicono inoltre che meno di un giovane su 3 è in possesso di un diploma universitario e, dato ancora più inquietante, il 14,4% non ha neppure finito le scuole.

Migliorare l’istruzione e l’apprendistato professionale
Esistono già parametri di riferimento per migliorare la situazione, ma è essenziale adottare misure specifiche. Ecco quali sono le proposte approvate settimana scorsa dalla commissione Cultura e istruzione, e presentate dal relatore sloveno di centro-destra, Milan Zver.

1- Ridurre l’abbandono scolastico: la Commissione deve incoraggiare gli Stati membri a fare tutto il necessario per risolvere il problema della dispersione in età scolare. L’obiettivo è ridurre il numero di coloro che non hanno neppure il diploma di scuola secondaria inferiore dal 15% al 10%, entro il 2020.
2- Promuovere tirocini e formazione professionale: Gli studi universitari non sono per tutti, ma questo non dovrebbe condannare chi fa scelte diverse a rimanere un manovale senza qualifiche a vita. Apprendistato e stage possono aiutare a costruire un ponte verso il mercato del lavoro per coloro che non hanno altri titoli, a patto che vengano resi più allettanti per imprese e tirocinanti.

3- Rendere l’istruzione superiore più attraente: L’obiettivo è quello di innalzare il numero dei laureati europei al 40% entro il 2020. Per farlo, è necessario modernizzare la direzione, i curricula e i finanziamenti universitari. Si stima che entro il 2020 un terzo di tutti i lavori all’interno dell’Unione europea “richiederà qualifiche di alto livello”.
4- La carta “Youth on the move”: L’idea chiave è quella di imparare il proprio mestiere ovunque venga insegnato meglio. Facilitando l’apprendistato all’estero, la carta-giovani mira a “accelerare il processo di integrazione dei tirocinanti in mobilità”. Ai possessori saranno inoltre riservati vantaggi simili a quelli di chi ha una tessera-studente nazionale.

5- Passaporto europeo delle competenze professionali: Il passaporto regolare dice chi sei, il passaporto delle competenze dirà cosa sai fare. Sarà proposto già a partire da quest’anno, sull’esempio del curriculum europeo Europass, allo scopo di rendere abilità e competenze equiparabili nei diversi Stati e di aumentare così le possibilità di trovare lavoro in un altro paese.

6- Progetto “Il tuo primo lavoro all’estero”: Impossibile trovare lavoro in patria? Prova da qualche altra parte … Il progetto pilota aiuterà i giovani in cerca di prima occupazione a iniziare la propria carriera professionale all’estero, nello Stato in cui le loro competenze specifiche sono più richieste.

7- Garanzia europea per i giovani: Chiunque si sarà sentito dire almeno una volta che non può lavorare perché non ha esperienza. Per interrompere il circolo vizioso, l’UE propone che i servizi pubblici per l’impiego garantiscano che i minori di 25 anni abbiano un lavoro, a meno che non siano studenti.

8- Bollettino europeo delle offerte di lavoro: Le offerte di lavoro esistono, ma farle arrivare a chi è in cerca di occupazione non è sempre facile, superando le distanze dei 27 paesi membri. Il bollettino europeo cercherà di monitorare i trend occupazionali, migliorando così l’efficienza delle agenzie di collocamento.

9- Finanziamenti: Ultimi, ma certo non meno importanti, i finanziamenti sono anzi essenziali per il funzionamento dell’iniziativa “Youth on the move”. La relazione chiede che tutti i programmi esistenti come Erasmus, Leonardo da Vinci e Comenius siano presto finanziati oltre che dall’Unione europea, dai singoli Stati e dal settore privato.

I giovani e l’Europa

  • Popolazione europea sotto i 30 anni: circa 100 milioni
  • Il 14,4% dei giovani dai 18 ai 24 anni non ha un diploma di scuola secondaria inferiore
  • Gli europei in possesso di un diploma di laurea sono il 31,1%, contro il 40% degli statunitensi e il 50% dei giapponesi
  • I disoccupati tra i 15 e i 24 anni sono il 20,4%, equivalente a 5,2 milioni di persone
  • Il 40% dei giovani lavoratori ha contratti part-time

Grazie ad Elisa Filippi per la segnalazione dell’articolo

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