Il Programma: I Servizi fondamentali, le Opere pubbliche

Istruzione

Le strutture scolastiche (nido, scuole materne, elementari e medie) pur interessate da interventi anche recenti rivelano insufficienze e inadeguatezze anche in ragione del notevole aumento della popolazione scolastica dovuto soprattutto al fenomeno migratorio. Per il prospettato ampliamento della Scuola elementare del centro, in connessione con l’edificio dell’ex Convitto, si sono già evidenziati, al di là dell’inaccettabile protrarsi dei tempi di realizzazione, i limiti di una programmazione parziale, non supportata da dati sufficientemente completi.
Per tutto il comparto dell’edilizia scolastica, ai vari livelli e per centro e frazioni, si ritiene fondamentale reimpostare un’analisi seria e approfondita, fondata su dati demografici e attinenti lo sviluppo urbanistico-edilizio, e una riprogrammazione degli interventi su tempi medio-lunghi (15-20 anni), riconsiderando anche il possibile raccordo con prospettive ed esigenze dei Corsi universitari. Più specificatamente per i servizi di Asilo nido e di Scuola materna e per far fronte a situazioni di emergenza, l’Amministrazione si farà carico di sostenere i servizi alternativi (Tagesmutter) e di facilitare forme di collaborazione tra i diversi soggetti gestori, eventualmente valutando anche la possibilità di realizzare una struttura sovra comunale in collaborazione con il Comune di Rovereto.

Sanità

Ospedale di Ala. La struttura sanitaria, già ospedale di zona, è da troppo tempo utilizzata solo parzialmente come poliambulatorio e centro di riabilitazione in day hospital. L’amministrazione si attiverà con tutti gli strumenti possibili, presso le competenti autorità provinciali e sanitarie, per potenziare i servizi esistenti e per una loro integrazione, oltre che con servizi connessi alle attività dei corsi universitari (teleradiologia, odontoiatria), con una unità di riabilitazione residenziale/lungo degenza e con un nucleo di casa di riposo. Il personale sanitario dell’unità residenziale potrà in tal modo svolgere anche attività di primo intervento in collaborazione con l’Ospedale di Rovereto e la Stella d’Oro della Bassa Vallagarina.
Assistenza domiciliare. L’incremento di posizioni assistite evidenzia la necessità di un’estensione del servizio anche a persone con grave stato di demenza, ai diversamente abili, anche giovani, agli adulti incapaci di gestire adeguatamente condizioni di malattia cronica, alle persone per le quali le famiglie sono sottoposte ad un grave carico sia di carattere assistenziale che psicologico.

Le Opere pubbliche

L’impegno per l’ultimazione delle opere già programmate/appaltate e in corso di ultimazione dovrà accompagnarsi ad una rigorosa programmazione che privilegi comunque gli interventi che garantiscono servizi primari a tutta la popolazione sia del centro che delle frazioni : acquedotti (S. Cecilia, Serravalle) ; reti fognarie e depurazione (Ronchi, Sdruzzinà).
In parallelo cura particolare dovrà essere dedicata al completamento del piano del traffico e alla realizzazione di parcheggi facendo preciso riferimento agli standard urbanistici da un lato, ricercando d’altra parte anche forme di collaborazione con il privato in particolare per la realizzazione di parcheggi pertinenziali a ridosso dei centri storici (centro storico Ala?)
La cura e salvaguardia delle emergenze storico-architettoniche merita l’impostazione di un programma articolato di interventi su base pluriennale che valorizzi le caratteristiche più peculiari dei centri storici di Ala e Frazioni e ne favorisca e ne renda piacevole la frequentazione. In questo contesto particolare attenzione dovrà esser riservata al miglioramento dell’arredo urbano e alla cura e manutenzione degli spazi di aggregazione e del verde pubblico, nonché al recupero di zone connotate oggi da un profondo degrado. Su questo fronte dovrà essere portata a conclusione la trattativa avviata per il pieno recupero e la riqualificazione dell’area di pertinenza della stazione ferroviaria.
Merita un cenno particolare il comparto ex cartiera: l’amministrazione intende impegnarsi per una rivisitazione complessiva dell’area, comprendendo nella stessa anche le pertinenze edificiali di proprietà comunale e l’area del magazzino comunale, al fine di realizzare una progettazione che valorizzi la zona soprattutto in funzione dell’uso pubblico e a servizio del centro storico.
Sicurezza e salute del cittadino dovranno essere parametro costante su cui misurare interventi specifici volti al controllo e possibilmente all’eliminazione delle emissioni elettromagnetiche in zone ad alta densità abitativa.

Il Patrimonio comunale

Se per alcuni edifici è prevedibile un intervento di ristrutturazione complessiva, come nell’area dell’ex cartiera, e per altri si impongono migliorie e manutenzioni che ne adeguino la funzionalità (Teatro Sartori), la scelta fondamentale tra dismissione o recupero ad uso pubblico non potrà che discendere dalla complessiva definizione delle varianti al Piano regolatore generale, non sottovalutando la possibilità di utilizzare tale risorsa patrimoniale anche per eventuali accordi perequativi con il privato.
Per quanto riguarda le strutture dell’handicamp di Ronchi, di proprietà della PAT, ci si attiverà per definire, anche in collaborazione con soggetti terzi, istituzionali e non, proposte di utilizzo che si vorrebbero indirizzate in particolare a favore di giovani ed anziani, o che potrebbero essere finalizzate a progetti socialmente utili.

Territorio e ambiente

Il territorio va preservato per la sua originaria funzione di ambito disponibile ad un equilibrato godimento dei suoi abitanti ed a un rispettoso utilizzo dei suoi ospiti. La sua gestione non potrà quindi che ispirarsi ai criteri della sostenibilità e del limite. Non sarà tuttavia sufficiente l’esclusivo impegno pubblico per assicurarne la tutela. Il territorio–ambiente o viene tutelato dai suoi abitanti– utenti o non può essere tutelato da nessuno; il pubblico dovrà impegnarsi quindi anche in una vera e propria azione educativa.
L’eccesso di urbanizzazione-edificazione degli ultimi anni, alcune deroghe che hanno interessato insediamenti produttivi e talora l’estensione in quota di aree coltivate hanno creato situazioni di potenziale rischio che sarà necessario monitorare attentamente per prevenire la possibilità di danni ambientali, per garantire salubrità e vivibilità.
Un’attenzione specifica e scrupolosa alle questioni ambientali dovrà guidare le scelte di programmazione territoriale.

Il Piano Regolatore Generale

è lo strumento per attuare queste politiche. Il documento preliminare al PRG, da poco approvato, indica una linea condivisibile. Il piano attuativo dovrà essere conseguente e coerente con tale indirizzo prevedendo, in sintesi:

  • limiti precisi all’espansione dell’edilizia abitativa in nuove aree, privilegiando invece decisamente il recupero di edifici dei centri storici, ad Ala e nelle Frazioni;
  • per le strutture produttive una razionalizzazione delle aree e, prioritariamente, il riuso delle strutture esistenti o in disuso. Valutazioni più attente che in passato e monitoraggi costanti dovranno esser disposti per aree o produzioni che possono esser fonte di possibili problematicità (salubrità dell’aria e dell’acqua, ecc.);
  • una difesa dei territori agricoli di maggior vocazionalità con l’introduzione di limitazione ad utilizzi a fini abitativi, produttivi non agricoli o per la realizzazione di infrastrutture;
  • un’attenzione particolare per la “qualità urbana” e quindi per arredi, verde pubblico, percorsi pedonali e ciclistici, aree protette per bambini, ecc.
  • ancora un’attenzione particolare all’espansione dell’utilizzo delle energie alternative (pannelli solari, fotovoltaici, biomasse, ecc.), in primo luogo e in forma impegnativa per gli edifici pubblici, ma prevedendo anche forme di sostegno per le realizzazione dei privati (possibili incentivi, snellimento pratiche burocratiche)

Il piano cave

Assume particolare rilevanza e urgenza, nel contesto delle politiche ambientali, l’attuazione di un piano cave, concordato ma non dettato dagli operatori del settore, che pur nel rispetto della libera imprenditorialità fissi regole cogenti e preveda un graduale ripristino delle aree non più produttive e, da un punto di vista meramente economico, riconsideri a favore dell’ente e del bene pubblico il rapporto costi/benefici.

La nostra Montagna

Un’area sostanzialmente integra, da preservare e valorizzare per questa peculiarità, avendo presenti sia le tradizionali attività produttive che una prospettiva di qualificazione in chiave turistica. Sul primo fronte è necessario operare affinché la zootecnia possa continuare ad avere un ruolo di salvaguardia e manutenzione del territorio integrandosi con nuove forme di attività diversificate come quelle dell’accoglienza. L’enorme patrimonio boschivo presente sul nostro territorio, ci interroga sulla possibilità di un suo utilizzo ottimale, sia migliorando la filiera legno che puntando al recupero e all’impiego dei sottoprodotti in chiave locale.
Per una riqualificazione in chiave di turismo sostenibile del patrimonio naturale della Lessinia, della Valle dei Ronchi e delle Piccole Dolomiti un riferimento importante, che l’amministrazione si impegna ad assumere come proprio, è costituito dalle linee di indirizzo e dalla filosofia da sempre propugnata alla S.A.T. : la prospettiva della creazione di un’ampia area di rispetto o di una riserva naturale che non inibisca, ma regoli e salvaguardi le tradizionali attività, che individui percorsi idonei ad un turismo famigliare, eco-compatibile e rispettoso dell’ambiente, deve porre limiti severi ad un uso indiscriminato o a progetti di puro sfruttamento.

Una nuova politica dei “rifiuti”

Più differenziata, più informazione e coinvolgimento dei cittadini, anche attraverso forme di incentivo e “premio”; più protagonismo e meno acquiescenza alle politiche comprensoriali nelle scelte fondamentali per il servizio: queste le linee guida su cui l’amministrazione intende muoversi. La proposta è anche per l’introduzione di una tariffa puntuale, in maniera che il cittadino paghi in ragione di quanto utilizza il servizio, di quanto rifiuto produce. L’impegno è anche per la realizzazione in tempi brevi del Centro di raccolta materiali e per la definizione, con le maggiori realtà della distribuzione commerciale presenti sul territorio, di accordi per limitare alla fonte la distribuzione di imballaggi o di materiali comunque destinati allo smaltimento.

Il Progetto Tac/Tav

Un progetto destinato a incidere pesantemente sul nostro territorio e sull’ambiente, un progetto di dimensione europea, su cui l’ente locale non ha di fatto reali possibilità di scelta, ma su cui non vogliamo rinunciare a giocarci i pur limitati spazi di intervento. Un progetto che induce forti preoccupazioni e perplessità perché chiede che i territori si facciano carico di disfunzioni ed inefficienze che sono proprie di un modello di sviluppo basato sulla socializzazione dei costi legati alla scarsa efficienza con cui viene gestito il trasporto delle merci. Per quanto possibile intendiamo porre l’attenzione sulla necessità di approfondire diversi aspetti relativi alle motivazioni politico-economiche che sono alla base dell’opera, in particolare ci impegniamo a chiedere che il piano della mobilità definisca limiti e regole precise nell’ambito del trasporto delle merci e della mobilitazione delle persone. In ogni caso intendiamo chiedere ulteriori approfondimenti circa i possibili danni ambientali e sociali derivanti dalla realizzazione, con particolare attenzione al problema della salvaguardia delle risorse idriche. Riteniamo comunque che ai territori chiamati a farsi carico dell’impatto dell’opera, sia nella lunga e pesante fase di costruzione che in quella successiva della gestione vera e propria, sia doveroso fornire garanzie precise in ordine ad opportuni servizi compensativi del disagio.

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